Da Una Toccolana In Canada

Nel 1958 quando sono partita da Tocco Casauria avevo 11 anni e con me partirono mia madre, mia sorella e i miei fratelli. Del viaggio ricordo la nave molto grande che cominciò a ondeggiare sul mare mosso subito dopo aver superato lo stretto di Gibilterra e ci costrinse a trascorrere dieci giorni in cabina. I miei genitori hanno scelto il Canada perché c’era già mio zio. La prima notte in Canada l’abbiamo trascorsa in treno, tra New York e Toronto. Appena arrivati ci siamo sistemati in casa dei miei cugini, con i quali mio padre divideva l’affitto, avevamo tre camere da dividere in tredici. Oggi, invece, abito in una bellissima casa con mio marito. C’é sempre stata solidarietà tra gruppi di emigranti. Quando sono partita dall’Italia frequentavo ancora la scuola, così in Canada ho continuato fino alle scuole superiori. Ho iniziato a lavorare nell’ufficio di una compagnia di costruzioni, poi ho aperto un agenzia di contabilità e viaggi assieme a mio fratello, adesso ho un'agenzia di viaggi in società con mia cognata. A Toronto ho conosciuto mio marito che é nato a Pescina, per me é stato un vero colpo di fulmine, ma lui si é dichiarato solo dopo quattro anni, così ci siamo sposati ed oggi abbiamo due figli, un maschio e una femmina. In casa parliamo una lingua mista tra dialetto abruzzese, italiano ed inglese. Nel 1969 sono tornata in Italia per la prima volta, in occasione del mio viaggio di nozze, perché allora si usava così. Dell’Italia mi mancano i volti familiari, e la sensazione di orgoglio che si prova a dire:“Questo é il paese dove sono nata, il mio paese”. Adesso però non tornerei a vivere in Italia, ormai la mia vita é qui, Toronto é la città dove ho messo radici con mio marito, dove sono nati i miei figli e dove sono seppelliti i miei genitori e fratelli. Oggi non ci sono molte differenze tra Canada ed Italia, ma negli anni 50, nel periodo in cui molte famiglie decidevano di emigrare la differenza stava nella possibilità di crearsi un futuro.

Mi ricordo autobus affollati di giovani e intere famiglie che si dirigevano verso il porto di Napoli per poi raggiungere l’Australia, gli Stati Uniti, il Canada. Ricordo i pianti dei genitori che vedevano partire i propri figli senza sapere cosa ne sarebbe stato di loro, senza sapere nulla del paese in cui andavano a cercare un avvenire migliore. Come in un sogno, ricordo il momento in cui mio fratello partì da solo per l’Australia e il lungo periodo successivo in cui mia madre piangeva sempre per lui. Mio padre era già in Belgio dal 1947 e solo raramente tornava a Tocco, poi si trasferì in Canada e, finalmente, con grande gioia dei miei genitori, nel 1959 tutta la famiglia si riunì a Toronto. Soltanto oggi riesco a comprendere quanto sia costata questa felicità a mia madre che ha dovuto rinunciare al suo paese, al suo ambiente, alle sue amicizie, e alla vicinanza di sua sorella. Quando penso a ciò che mia madre ha sacrificato pur di dare un’opportunità alla sua famiglia, penso che non c’é alcun sacrificio che non farei per i miei figli. Secondo me l’emigrante é come un albero che viene trapiantato da un campo in un altro e deve abituarsi ad una terra nuova, rimettere radici, rinvigorirsi, e cercare di produrre frutti. La comunità italiana in Canada adesso é un giardino bellissimo con tanti alberi diversi.

Mario Capone Durban, South Africa

Fernando Zicronzelle Philadelphia, Pa., USA

Michele (lu papacere de i Paruite) Mebourne, Australia

Non potrò mai dimenticare una frase scritta da Ignazio Silone : “E’ vero che io sono cittadino del mondo, ma sono abruzzese e l’amore per la propria terra uno se lo porta dentro, diventa una parte di te, in qualunque parte del mondo tu viva”. Maria Morgani
E-Mail:maria.clemar@rogers.com

IL RITORNO

Animetta sperduta,
ospita e compagna di corpo,
tu parti` disperata
per l'avvenire;
ritorna un po tra noi.

La Porchetta
Pane
Carne
Elementari

Little Wandering Soul,
guest and companion of my body,
you're off to desperate places for a future;
come back for awhile with us.

Da una toccolana GIULIANA